Visitare i musei Fiorentini: 455 nuovi motivi per prenotare una visita
Visitare i musei fiorentini è senz’altro una fra le attività predilette di ogni turista che trascorre del tempo nel capoluogo toscano. Firenze infatti è sede di moltissimi musei di grande interesse fra cui senz’altro spiccano la Galleria degli Uffizi, la Galleria dell’Accademia e i musei di Palazzo Pitti.
La Galleria degli Uffizi e la Galleria Palatina si arricchiranno presto di nuove importanti opere d’arte. È infatti notizia di poche settimane fa quella dell’importante lascito che Lorenzo Gnocchi, erede dello storico dell’arte Carlo Del Bravo destinerà alla Galleria degli Uffizi e alla Galleria Palatina la collezione che acquisì durante tutta la sua vita, che consta appunto di 455 opere.
Chi era Carlo Del Bravo, vita e studi
Carlo del Bravo, classe 1935, era professore ordinario di storia dell’arte moderna dell’Università di Firenze, era allievo di Roberto Longhi e la sua formazione era partita dall’arte del Rinascimento per poi abbracciare e interessarsi a diversi stili artistici, molti dei quali erano stati inizialmente ignorati dalla critica artistica. Parliamo ad esempio dell’arte dell’Ottocento accademico ma anche dei maestri del Naturalismo o dell’Impressionismo internazionale, che sarebbero invece poi confluiti nella collezione del Musée d’Orsay.
Non era solo l’arte a catturare la sua attenzione ma anche la filosofia greca e i classici, testimonianza di ciò le sue letture di Platone, Aristotele, Epicuro e Plotino. A Firenze Del Bravo ha anche ricoperto un ruolo importante come membro della Commissione per la valutazione e le nuove acquisizioni della Galleria d’Arte Moderna, ruolo che ha permesso l’acquisizione di importanti tele di Pietro Benvenuti, Giorgio Morandi e la stele marmorea di Lorenzo Bartolini. Del Bravo è mancato nel 2017, a seguito di una malattia che lo aveva debilitato nel fisico ma mai nello spirito. Lorenzo Gnocchi, anch’egli professore di storia dell’arte dell’Ateneo fiorentino, è il suo erede universale e dobbiamo alla sua generosità e lungimiranza la decisione di lasciare ai musei pubblici le opere del suo maestro.
La collezione
Tra le 455 opere che saranno donate al pubblico troviamo dipinti, sculture e disegni dal XVI al XXI secolo, eseguiti da autori come il Tribolo, Jacopo Vignali, Giovanni Battista Foggini, Ingres, Pio Fedi, Giuseppe Bezzuoli e anche un prezioso San Giovannino del Rosso Fiorentino, ultimo quadro dell’artista in mani private. Quest’ultima opera in particolare farà parte del nuovo allestimento sulla pittura del primo Cinquecento che il Museo degli Uffizi sta allestendo in questo periodo e che quindi saremo in grado di vedere a breve.
Visitare i musei fiorentini: i musei di Palazzo Pitti
Alla Galleria Palatina andranno invece due tele di Jacopo Vignali, pittore del tardo cinquecento: il Giovane flautista e Gesù incoronato di spine. Tuttavia, la maggior parte della collezione andrà ad arricchire la Galleria d’arte Moderna di Palazzo Pitti, con opere di artisti dell’Ottocento come Giuseppe Bezzuoli, Léon Bonnat, Antonio Ciseri, Raffaello Sernesi.
La Galleria d’Arte Moderna ha intenzione di restaurare ed allestire due sale del museo per rendere onore alle nuove acquisizioni, che verranno sistemate in alcune sale in precedenza adibite ad uffici, ma che offrono una meravigliosa veduta sul centro di Firenze. Questa vista incantava lo stesso Del Bravo che spesso si affacciava alle finestre quando era a lavoro alla Galleria. Torneranno a vedere la luce altre due sale, in precedenza usate come depositi, che invece ospiteranno le sculture di Domenico Trentacoste, scultore e docente siciliano.
Questo importante lascito, comprendente anche artisti contemporanei, si inserisce nella politica del direttore degli Uffizi Eike Schmidt di allargare ad un pubblico giovane la platea dei visitatori della galleria, testimonianza di ciò è l’invito all’influencer Chiara Ferragni di visitare le sale degli Uffizi, prova del fatto che Schmidt vuole instaurare con i più giovani un dialogo utilizzando il loro stesso linguaggio.
Ricordiamo inoltre che parte delle opere della collezione Del Bravo saranno donate a San Casciano Val di Pesa, luogo di nascita e della prima infanzia dello studioso. Anche questa è una mossa importante perché permette di de-centralizzare il turismo gravitante attorno alla metropoli fiorentina e farlo confluire in luoghi meno battuti ma non meno interessanti e importanti.
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