Andiamo alla scoperta di una delle opere più dolci di Masaccio, la Madonna Casini, detta anche Madonna del solletico.
La sala numero 7 della Galleria degli Uffizi a Firenze raccoglie alcune delle opere universalmente riconosciute come espressione della cultura Umanistica, della riscoperta dell’antico e della ricerca di uno spazio prospetticamente definito.
La Madonna del solletico è un’opera realizzata nel 1426 e commissionata dal giurista e canonista Antonio Casini, il cui stemma è dipinto sul retro della tavola.
Proprio per le sue ridotte dimensioni fu vittima di numerose peripezie nel corso degli anni: fu rubata dai nazisti, recuperata nel dopoguerra, di nuovo rubata e ritrovata negli anni Settanta, fino ad arrivare alla Galleria degli Uffizi.
Il dipinto si distingue per i delicati tocchi pittorici, per i sofisticati giochi di luce e i deliziosi particolari, come le manine o i capelli lievemente arricciati di Gesù e le leggere ondulazioni del bordo della veste di Maria.
La piccola tavola di 24,5×18,20 cm fu attribuita a Masaccio solo nel 1950, non grazie al ritrovamento di fonti che ne citano l’autore, ma grazie a caratteristiche stilistiche che fanno pensare proprio all’innovativa arte del Masaccio.
Tommaso di ser Giovanni, questo il vero nome di Masaccio, è considerato uno degli innovatori del Rinascimento a Firenze.
Rifiuta gli eccessi decorativi e la ricerca eccessiva del Gotico Internazionale.
Partendo dalla sintesi dei volumi tipica di Giotto, inserisce nelle sue opere delle figure all’apparenza vive e ricche di dettagli.
L’arte innovativa della Madonna del Solletico
La novità principale di questa tempera su tavola risiede proprio nell’insolita iconografia.
La Madonna regge in braccio il Bambino in fasce e con la destra lo benedice alzando due dita, ma il gesto si tramuta in un movimento più familiare, di solletico, che fa ridere il Piccolo e gli fa afferrare il polso della madre con le manine.
La naturalezza, l’ingenuità e la semplicità con le quali Masaccio traduce questo momento così tenero in pittura, sono gli elementi che da questo momento ci introdurranno verso una nuova visione dell’arte.
Il volto di Maria è comunque serio, sottintendendo la consapevolezza della tragica sorte del figlio.
Un elemento particolare è il pendente di corallo rosso al collo del Bambino, che durante il gioco si è spostato di lato.
E’ un dono molto comune, destinato ai neonati.
Secondo la tradizione pagana i rametti appuntiti infilzavano il malocchio lanciato per invidia, mentre per i cristiani il suo colore rosso rimanda al sangue di Cristo.
Il corallo assumeva così la doppia simbologia della natura del Cristo: divina e umana.
Lo scenario dorato è un chiaro rimando alla pittura medievale, ma la composizione è completamente rinnovata.
La Madonna e il Bambino sono ruotati di tre quarti e decentrati, quasi a suggerire un’idea di movimento. Anche la luce è di tipo naturale, stesa secondo lo stile tradizionale, ma illumina alcune parti lasciandone altre sorprendentemente in ombra, come i volti dei protagonisti.
Le due aureole perfettamente ricamate, sono rappresentate in maniera piatta ma il fatto che s’incastrino l’una nell’altra suggerisce l’idea di piani spaziali diversi.
Quando andrete alla Galleria degli Uffizi soffermatevi davanti a questa piccola grande opera, siamo sicuri che vi farà scappare un sorriso.
Ecco come prenotare i biglietti e saltare la lunghissima fila all’ingresso!
E se preferite, potete visitare gli Uffizi con una guida tutta per voi, magari per scoprire altre curiosità su quest’ opera estremamente tenera.