La realizzazione della Cappella dei Principi fu concepita da Cosimo I nel 1568, ma venne portata a termine dal figlio Ferdinando I.
Il progetto originario a cui si dedicò Matteo Nigetti fino alla sua morte -nel 1644- era ben più fastoso di quello realizzato, ma l’estinzione della dinastia non permise la messa in opera dei grandiosi disegni.
L’opera, nella sua interezza, ha addirittura acquisito un significato alquanto tetro considerando il tono scuro dei porfidi e dei grani usati.
L’intento iniziale, al contrario, dovette essere quello di stupire per la ricchezza dei materiali e la maestosità dell’impianto, creando un effetto di sfarzo originale.
Partendo dal basso, nella zoccolatura sono inseriti gli stemmi delle città toscane, realizzati in quarzi, lapislazzuli, alabastri, madreperle.
Su questi poggiano i sarcofagi dei Granduchi da Cosimo I a Cosimo III, realizzati in porfido e granito grigio.
Ogni nicchia scavata alle spalle dei sarcofagi doveva contenere la statua del principe.
Ne furono realizzate solo due, quella di Ferdinando I e di Cosimo II, entrambi decorati in bronzo dorato e abbigliati nelle vesti dell’Ordine cavalleresco di Santo Stefano.
Anche il pavimento potrebbe considerarsi un’opera d’arte a sé stante, completamente realizzato in commesso di pietre dure, iniziato nel 1874 venne terminato nel 1962 dall’Opificio delle Pietre dure.
I Tesori di San Lorenzo
Due piccoli vani ai lati dell’altare espongono un centinaio di reliquiari che fanno parte dell tesoro di San Lorenzo, alcuni dei quali appartenuti a Lorenzo il Magnifico.
Tra gli oggetti più preziosi spiccano un pastorale d’argento di manifattura romana, dono di Leone X, e una mitria ricoperta di perle, donata alla Basilica da Clemente VII.
La Sagrestia di Nuova
Proseguendo dal lato opposto, si giunge alla Sagrestia Nuova, così chiamata per distinguerla da quella realizzata in precedenza da Brunelleschi.
Tale ambiente fu commissionato a Michelangelo dal pontefice Leone X e dal cugino cardinale Giulio nel 1520, affinché servisse da cappella funebre dei fratelli Lorenzo e Giuliano, detti i magnifici, di Lorenzo Duca di Urbino e di Giuliano Duca i Nemours.
Sotto il profilo architettonico, la cupola ispirata al Pantheon appare ancora più alta grazie all’inserimento di un piano di finestre tra la copertura e l’ordine inferiore.
Un semplice basamento costituisce la tomba di Lorenzo il Magnifico e del fratello Giuliano, sormontata dalla Madonna col Bambino scolpita da Michelangelo nel 1521, la posa suggestiva e lo sguardo pacato si contrappongono allo scatto energico del bimbo in direzione del seno della madre.
La parete di destra accoglie il monumento funebre di Giuliano duca di Nemours, figlio di Lorenzo il Magnifico.
Sulle volute del sepolcro sono disposti il Giorno e la Notte.
La prima allegoria è rappresentata come un uomo possente, con il volto incompiuto e adombrato.
La Notte incarna invece le vesti di una giovane donna addormentata e il marmo appare maggiormente levigato.
Alla parete opposta troviamo il monumento a Lorenzo duca di Urbino.
Il condottiero è rappresentato assorto nei suoi pensieri.
Ai suoi piedi si stendono le figure dell’Aurora, intenta a svegliarsi dal torpore del sonno, e il Crepuscolo, con lo sguardo rivolto verso il basso, è rappresentato come un uomo che sta assopendosi.
Le quattro allegorie delle ore del giorno e le statue rappresentati i due duchi fanno parte dell’immenso lavoro michelangiolesco presente a Firenze.
Ecco come visitare le cappelle medicee!