Bronzino agli Uffizi. Agnolo di Cosimo detto Bronzino fu senza dubbio uno tra i più raffinati esponenti del
manierismo fiorentino.

[Qui trovate altri grandi manieristi agli Uffizi]

La sua pittura fu espressione della complessità del manierismo con l’aggiunta di una forte idealizzazione plastica.
Proveniente da una famiglia povera, figlio di un macellaio, il soprannome Bronzino è dovuto forse al colore dei suoi capelli rosso bronzati o all’aspetto scuro dei suoi ritratti.

Dopo aver studiato presso Raffaellino del Garbo, un pittore del primo Rinascimento fiorentino, divenne un alunno di Jacopo da Pontormo. Quando, nel 1552, scoppiò la peste, il maestro portò il Bronzino con sé presso il Monastero della Certosa del
Galluzzo, dove i due lavorarono insieme a una serie di affreschi.
Dal 1539 legato ai Medici restaurati al potere, l’attività del pittore fu principalmente incentrata sulla ritrattistica di corte.

Le opere del Bronzino agli Uffizi. Eleonora di Toledo e il piccolo Giovanni

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Il Ritratto di Eleonora di Toledo col figlio Giovanni è un dipinto a olio su tavola databile al
1545.

L’opera ritrae la bellissima duchessa di Firenze Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I
de’ Medici, in compagnia di uno dei suoi undici figli, forse Giovanni.

Il ritratto fu dipinto durante un soggiorno della famiglia ducale alla Villa medicea di Poggio a Caiano.
Una sorta di mistero aleggia dietro a questo dipinto.
Per molto tempo si era creduto che Eleonora fosse stata sepolta con lo stesso vestito con cui la ritrae Bronzino.
Dall’ultima esumazione della metà degli ’90, l’analisi delle vesti ha portato alla conclusione che effettivamente si trattasse di un abito in raso bianco decorato con fasce ricamate a galloni dorati, ma dalla foggia molto diversa dal bellissimo abito ritratto.

Dopo un lungo e laborioso restauro, l’abito è stato ricomposto ed esposto nella Galleria del Costume di Palazzo Pitti.
Lo stile del ritratto, scuro, apparentemente piatto, illumina il viso di Eleonora.
In realtà, facendo ben attenzione, si scopre che non si tratta di una parete ma di un cielo plumbeo con
una veduta in lontananza della tenuta medicea pratese.

Concentriamoci adesso sui volti dei due protagonisti.
L’espressione di Eleonora è impassibile, solo prestando molta attenzione notiamo che sulle labbra c’è un’idea di sorriso.

Bronzino sarebbe stato in grado di rappresentare lo stato d’animo della giovane donna: il motivo di una raffigurazione così distaccata deriva dall’attitudine della protagonista stessa.
Educata nel rispetto della rigida etichetta castigliana, Eleonora non può mostrare in pubblico nessun turbamento, quello per
cui sta posando è un ritratto che sarà pubblico, una vera e propria immagine di stato,
destinata a rappresentare il potere e la ricchezza sua e del marito Cosimo, futuro Granduca di
Toscana.

Anche il bambino si presenta composto, la piccola mano appoggiata sul prezioso
abito della madre è l’unico gesto affettuoso che il Bronzino rappresenta, ma è proprio quel suo
accostarsi a Eleonora con tanta tenerezza che ci fa comprendere il forte legame che lega i due.

Le opere del Bronzino agli Uffizi. Il ritratto di Bia de’ Medici.

Bia, diminutivo di Bianca, era la figlia naturale del giovane Cosimo prima che sposasse la diciassettenne Eleonora di Toledo.

Pur non rivelando mai il nome della madre della piccola, il Granduca non nascondeva la sua predilezione per quella figlioletta, alla quale era talmente affezionato da portarsela spesso dietro.

Proprio durante uno di quei viaggi, la piccola Bianca fu colta da forti febbri e morì a soli 6 anni di vita.
In questo dipinto a olio, Bronzino raffigura la bambina seduta a mezzo busto, le labbra mosse
da un leggero sorriso, i capelli biondi castano lisci e tagliati dritti sotto le orecchie, acconciati
ai lati con due treccine.

Nel ritratto del Bronzino – di cui vedete una foto a inizio articolo – oltre a una delicatissima collana di perle, Bia porta al collo un prezioso medaglione su cui è inciso il profilo del padre Cosimo.
Il bellissimo abito di seta bianca è reso dalla maestria del Bronzino con incredibile realismo, il dettaglio più dolce
risiede nella manina della piccola che giocherella con la catenina alla vita, forse un segno della
sua impazienza di restare in posa, che l’artista ci mostra con lo scopo di conferirle quel tratto
di genuinità tipica dei bambini.

Le opere del Bronzino agli Uffizi. Il piccolo Giovanni de Medici.

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Rimaniamo in tema di bambini e osserviamo un altro dolce ritratto di un piccolo di casa
Medici: il ritratto di Giovanni de’ Medici fanciullo.

Giovanni de Medici era il secondogenito di Cosimo e Eleonora e in quanto tale venne destinato alla carriera ecclesiastica.
Nominato cardinale da Papa Pio IV a diciassette anni venne subito nominato amministratore
dell’arcidiocesi di Pisa.

A causa della malaria contratta a Pisa, anche lui fu colpito da morte
prematura a soli 19 anni, la stessa triste sorte toccò alla madre Eleonora e al fratello Garzia.
Anche Giovanni, come la sorellina, è ritratto a mezzo busto, il vestitino di colore rosso è un
riferimento al suo destino nel mondo ecclesiastico.

Anche in quest’occasione Bronzino dedica molta attenzione al dettaglio del vestito, preoccupandosi di realizzare i dettagli dei ricami
dorati.
Proprio in quel periodo Cosimo era in procinto di rilanciare le seterie fiorentine, far sì
che tali tessuti pregiati venissero rappresentati nelle opere del Bronzino, per il Granduca era
da considerarsi un vero e proprio atto pubblicitario.
Il piccolo paffutello ha un aspetto sorridente e giocoso, i ciuffetti biondi gli incorniciano le
tenere guanciotte.
La vistosa catena d’oro pende dal suo collo, i pendenti di corallo rosso sono
il simbolo della sua scomparsa prematura, mentre il cardellino che stringe tra la mano destra
può essere interpretato come un simbolo religioso.
Le opere di Agnolo sono inconfondibili per il loro stile, la loro luce e per quel sentimentalismo
distaccato e aulico che riesce a esprimere anche nella rappresentazione di un volto.

Proprio
per queste sue qualità si può considerare il più raffinato tra i manieristi fiorentini.

Qui potete prenotare i biglietti per vedere Bronzino agli Uffizi

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