Lasciamo Caravaggio a Malta e, facendo un salto indietro nel tempo, lo seguiamo fino a Londra.
Ci dirigiamo verso la National Gallery alla scoperta di un quadro “svolta” per la storia dell’arte: Ragazzo morso da ramarro.
Esistono due versioni di questa opera, la prima, ubicata presso la Fondazione Longhi di Firenze, non differenzia affatto da quella di cui parleremo.

La scena è di facile comprensione: mentre allunga la mano per prendere una ciliegia posata sul tavolo, un giovane viene morso da un rettile nascosto tra le foglie.
Ecco che con questa rappresentazione la storia dell’arte sta svoltando definitivamente.

Per la prima volta in assoluto, il pittore non rappresenta un soggetto in posa.
Una novità incredibile per il tempo, siamo nel 1595 e i canoni di una pittura controriformata verranno definitivamente abbattuti grazie a Caravaggio.

Merisi non costringe la vita a mettersi in posa per l’arte.

Questo incredibile artista fa esattamente il contrario: rappresenta ciò che accade nella realtà, e lo fa nello stesso momento in cui accade.
La smorfia di dolore del ragazzo è messa in risalto dal fascio di luce che irrompe sullo sfondo.
All’espressione del ragazzo corrisponde il naturalismo dei fiori, della frutta e della boccia di vetro, dentro la quale si riflette, con efficace virtuosismo, una finestra della stanza.

Questa è senza dubbio l’opera più rappresentativa di Caravaggio, in questo dipinto il soggetto non è tanto il ragazzo quanto la sua smorfia, l’alterazione dell’armonia del suo volto, corrisponde al mutamento dell’uomo in balia della vita.
Tutto è racchiuso nel volto del giovane: spavento, sorpresa, disgusto, rabbia.

Grazie a Michelangelo Merisi entra in scena il teatro degli affetti, come Leonardo circa un secolo prima, anche Caravaggio tenta (e ci riesce) di rappresentare le emozioni attraverso le espressioni dei volti.

Come ho detto, siamo a fine Cinquecento e il pittore è ancora poco conosciuto, i suoi quadri tuttavia iniziano a essere tra i soggetti più replicati e richiesti dalla clientela.
Caravaggio è il primo a capire l’importanza di ispirarsi a qualcosa di nuovo, di vero, di reale, di crudo: la strada e i suoi personaggi.

Per chi oggi, come noi, osserva un’opera come questa, le novità sconcertanti di quei secoli passano inosservate.
E’ difficile comprendere l’elemento di rottura rispetto alla rappresentazione dell’arte fino a quel momento.

Per capire e assorbire a 360 gradi un’opera come questa, è necessario immedesimarsi in quei tempi e in quei luoghi, lasciarsi invadere dalla bellezza di questo capolavoro e ci sentiremo più vicini all’arte straordinaria di Caravaggio.

Caravaggio è ora in mostra al Palazzo Reale di Milano. Prenota il tuo biglietto!

Condividilo con i tuoi amici!

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi