Continua il nostro racconto focalizzato sulle pittrici donne che possiamo incontrare nel panorama museale fiorentino. Dopo Artemisia è il tempo di Rosalba Carriera.

Rosalba nacque a Venezia nel 1675, la sua infanzia fu dominata dall’assenza della figura paterna, Andrea Carriera.
Uomo schivo e sfuggente, esercitava  l’Ufficio di Cancelliere nei territori della Serenissima e probabilmente non si è mai preso carico delle esigenze della figlia.

Le sorelle Giovanna e Angela furono molto importanti per Rosalba, con loro condivise una ricca educazione.
Studiò le belle lettere, la poesia, l’inglese e il francese. Grazie al mestiere della madre, la quale si occupava della creazione di merletti, la vena artistica della nostra pittrice andò sempre di più affermandosi.

Rosalba si dedicò alla realizzazione di miniature su osso e avorio, una decorazione principalmente applicata su tabacchiere e portagioie.
Fu la prima a non seguire le regole accademiche che vedevano la miniatura come un’arte da realizzare con tratti brevi e ben amalgamati, e a trasportarvi invece trasportò il tratto veloce caratteristico dell’arte veneziana del tempo.

Nei primissimi anni del 1700 si concentrò principalmente sulla produzione di ritratti utilizzando la tecnica del pastello.

Rosalba. Artista innovativa

Proprio in questi anni nasce un nuovo stile, il rococò, il quale predilige la rappresentazione di scene spensierate, in cui delicatezza, eleganza e gioiosità fanno da padrona.

Rosalba va affermando sempre di più la sua arte e si discosta decisamente dallo stereotipo femminile della damina settecentesca molto frivola e dotata di pochi altri talenti.

Lei stessa creò un circolo a cui appartenevano personaggi illustri dell’ambiente artistico letterario.
Iniziò ad ottenere degli importanti consensi, principi e principesse le commissionavano dei ritratti, uno tra tutti il re di Francia Luigi XV.

La natura cosmopolita della città di Venezia contribuì a portare l’arte di Rosalba all’estero, facendole riscuotere un meritatissimo successo.

L’innovazione di questa pittrice sta nel recupero di quella tecnica un po’ dimenticata che era il pastello, le cui cromie leggerissime conferiscono un delicato effetto cipria.
Ma è la sottile interpretazione psicologica il punto di forza di Rosalba, la quale riesce a captare sentimenti e stati d’animo e a portarli sulla carta.

Un esempio perfetto di questa sua bravura è rappresentato nel suo Autoritratto con il ritratto della sorella.
Il carnato si rivela perlaceo, lo sguardo sereno e tranquillo, questa modernità e il forte pathos, la renderanno una pittrice senza eguali.

Riferendoci all’opera che ho citato è necessario aprire una piccola parentesi.

L’opera Autoritratto con il ritratto della sorella era conservata alla Galleria degli Uffizi fino a qualche anno fa, venne poi spostata nel primo tratto del Corridoio Vasariano che, come ben sapete, per motivi di restauro è tutt’ora chiuso al pubblico.

Da alcune interviste poste all’attuale direttore degli Uffizi, si ipotizza che il corridoio costruito dal Vasari presto sarà svuotato di tutte le sue opere, le quali saranno riunite in un’ala della Galleria degli Uffizi a loro riservata.

Nessuna notizia in merito è ancora certa, a noi non rimane che sperare di poter rivedere presto questa bellissima opera in una delle sale del principale museo fiorentino.

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